Vorrei
intingere


con spezie profumate


fogli incolore

sabato 22 settembre 2012

IL SASSO SOGNATORE

Un sasso
lanciato a pelo d'acqua
dondolava da un occhio del sole.
Sognava di fare il trapezista,
ma poi si è ritrovato a scivolare
su quello stesso pelo d'acqua
tirato giù da uno starnuto del vento.
Sognava di essere un surfista.
Abbandonato le onde
è rimasto nel silenzio
a bere la sua mente
sognando di essere un filosofo.
Con grossi respiri di tempo
ingigantiva la sua stazza per
sostenere il peso di una sirena
quasi fosse uno scoglio.
Su quel fondale
fermando i minuti per ore intere
sognò di essere immortale.
Forse lo era come i suoi sogni.
 
Hanna 
 

lunedì 11 giugno 2012

Non solo parole




Ho raccolto dal pavimento
le lettere cadute
dal filo su cui ho steso
l'alfabeto.

Le lascio libere a sventolare
come lenzuola di lino.
Luccicanti al sole
come diamanti.

Le metto al sicuro
solo con la pioggia
potrebbero restringersi
con l'acqua

ed io mai potrei vivere
senza parole



Hanna

giovedì 31 maggio 2012

IL NUOVO DOMICILIO

Credeva che uscire da quella stanza
fosse di fondamentale importanza.
Non trovando la porta cominciò
a tastare e spingere le pareti.

Scorse un compasso mentale che
cerchiava il confine del suo immaginario.
Tolse via l'ago e vi infilò un braccio intero...
No, così non passava.

Decise allora di infilarvi la testa
tenendo gli occhi ben aperti, no, meglio chiusi.
La luce accecante, i rumori assordanti
il freddo gelido, la nudità non invidiabile.

Un uomo in maschera, ma non era un ballo.
Una donna in lacrime, ma non era un funerale.

Pensò allora che rientrare nella stanza
sarebbe stata la cosa più sensata, ma...


Il tempo è tiranno:
i nove mesi trascorsi
avevano reso lo sfratto
esecutivo.

- sperò che fosse il primo e l’ultimo in quella vita -
Hanna 
PS: poesia I^ classificata al concorso nazionale "Talento Letterario 2012" - sezione poesia

domenica 22 aprile 2012

Il bacio dell'orizzonte

Ho posato le labbra
sulla fronte del mondo
nell’attimo esatto in cui
un tramonto ignorava
il crepuscolo e si lasciava
conquistare dal fascino
nero della notte.
Ho socchiuso gli occhi
ed a stento ho messo a fuoco
la pioggia che cadeva
al posto della nebbia.
Con dispettosa fermezza
ha spento quell’eruzione di idee
confuse e dolorose che bollivano
lasciandomi immobile ad aspettare.
Ho guardato passare così
le stagioni e l’alternarsi
del giorno e della notte
fino a quando proprio sotto il mio naso
le labbra del mondo si sono incredibilmente
accostate alle mie.
Ho capito che volendo,
potrebbero toccarsi addirittura
lo Zenith ed il Nadir e dunque aspetto
e aspetto e aspetto ancora
finché un giorno non li vedrò
baciarsi.

Hanna
 

venerdì 24 febbraio 2012

Faccia a Faccia



E' una giravolta nel tempo
e una realtà ritorta
ma non servono loro
per intrufolarmi nel mio "IO"
parlargli faccia a faccia
costringerlo a mostrarsi
afferrandolo per farlo girare
quando, vigliacco, mi da la schiena.

IO codarda, gliel'ho permesso sempre.

Troppe volte sono rimasta
a fissargliela e sulla punta dei piedi
sbirciavo oltre le sue spalle
incuriosita di conoscere
il  suo orizzonte.
Adesso lo guardo in viso e
mi accorgo che ha perso
quel sorriso sornione.

IO arrogante, gli mostrerò la schiena  ora.


               Hanna


lunedì 6 febbraio 2012

VECCHIO CHARLESTON


Ha scagliato grandini
di parole su teste
dure da ferire, ma il ghiaccio
gli si è rivolto contro
gelando i suoi stessi occhi.

Ora restano fermi
a fissare una porta d’ingresso.

Sua unica compagnia
lo scricchiolio di una
sedia a dondolo ed un
charleston memorizzato nel
grammofono dei ricordi.


Hanna

giovedì 5 gennaio 2012

Semplicemente un altro anno

 
Ci arrampichiamo
- non certo sugli specchi lisci -
ma su pareti rese rocciose
da scogli sputati con nauseabonda
infamia da un mare apparentemente
calmo.
 
Allora le scaliamo
lasciando che graffino
- non certamente l'anima -
ma la pelle delle dita e qualche ginocchio
prima di arrivare ad una cima dalla punta non
visibile.
 
Con un passo tentiamo di scavalcare
lasciandoci alle spalle
ma senza calpestarle, quelle macerie
- non solo dovute ad un terremoto interno -
privi della forza necessaria per rialzarle e
ricostruire.
 
Sappiamo che stanno lì
ferme, immobili, putride, splendide
che seppure calpestiamo
involontariamente scricchiolano sotto i piedi
- ma non macchiano le scarpe -
e noncuranti gioiamo di essere invecchiati
ancora.
 
Semplicemente è un altro anno.
 
 
 
AUGURI A TUTTI
Hanna