Credeva che uscire da quella stanza fosse di fondamentale importanza. Non trovando la porta cominciò a tastare e spingere le pareti.
Scorse un compasso mentale che cerchiava il confine del suo immaginario. Tolse via l'ago e vi infilò un braccio intero... No, così non passava.
Decise allora di infilarvi la testa tenendo gli occhi ben aperti, no, meglio chiusi. La luce accecante, i rumori assordanti il freddo gelido, la nudità non invidiabile.
Un uomo in maschera, ma non era un ballo. Una donna in lacrime, ma non era un funerale.
Pensò allora che rientrare nella stanza sarebbe stata la cosa più sensata, ma...
Il tempo è tiranno: i nove mesi trascorsi avevano reso lo sfratto esecutivo.
- sperò che fosse il primo e l’ultimo in quella vita -
Hanna
PS: poesia I^ classificata al concorso nazionale "Talento Letterario 2012" - sezione poesia